La paralisi è arrivata all’improvviso in una calda sera d’agosto.
Al rientro a casa, dopo una pizza con gli amici, scopro di non essere più capace di lavarmi i denti e, da lì a qualche ora, di non sapere più bere un goccio d’acqua senza rovesciarmela addosso. Non parliamo poi di fare un sorriso, dare un bacio o lasciarmi andare ad una bella risata.
Una paura immensa, l’idea è che una malattia grave si stia abbattendo su di me. Poi un sospiro di sollievo, all’ospedale infatti mi dicono che non è nulla di drammaticamente serio. Il sistema nervoso centrale non ha nulla che non vada: è solo il settimo facciale che fa i capricci. Il settimo facciale… e chi è costui? Mai prima di quell’’11 di agosto mi ero interessata a lui!
Bisogna aspettare che si rimetta in riga.
Già aspettare, ma per quanto?
Facendo cosa?
Incomincia una sfida!
Via via capisco che non sarebbero bastati giorni, forse neanche mesi ...
il tempo scorre e i progressi ci sono ma il mio sorriso mi manca tanto. Il viso è diventato una pietra e io non mi ci riconosco più.
Tento strade diverse, a volte confusa, a volte arrabbiata, a volte piena di speranza perché una lucina si intravede. E intanto spio il mio viso alla ricerca una nuova piccola rughetta, segnale che qualcosa si sta risvegliando. Proprio le rughette sono diventate le mie migliore amiche… e faccio esercizi, navigo in rete alla ricerca di qualsiasi suggerimento possa fare al caso mio … Io è la signorina Bell siamo diventate compagne di viaggio.
Credo che condividere questa sfida, passo dopo passo, aumenti il nostro potere e ci possa aiutare a trovare nuovi equilibri. C’è tanto bisogno di spazi di ascolto autentici.
E se scoprissimo che in questa avventura ci fosse anche qualcosa di utile? Oltre all’aspro di questa esperienza ci sono altri sapori?
Ci sono ferite che si possono trasformare in feritoie di luce e, in attesa che la fisioterapia di super Riccardo ,faccia il suo corso, c’è tanto altro che si può fare.
Stay tuned!