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Immagine del redattoreRiccardo Castellini

Come fare per capire se soffri di dolore miofasciale e trigger point

Aggiornamento: 22 feb 2023

La diagnosi della sindrome da dolore miofasciale


La diagnosi della sindrome da dolore miofasciale (MPS) può risultare complessa in quanto la presentazione clinica può sovrapporsi ad altre condizioni di dolore cronico, come fibromialgia, radicolopatie e dolore articolare. I criteri per la diagnosi della sindrome da dolore miofasciale sono stati sviluppati da Travell e Simons, i principali sono: la presenza di punti dolenti nel muscolo e la capacità di ricreare i sintomi del paziente attraverso la palpazione di uno o più trigger point.

La distribuzione del dolore nei pazienti con sindrome da dolore miofasciale è regionale, non diffusa, e all'esame fisico si possono riscontrare trigger points miofasciali e una banda tesa palpabile. È necessario riscontrare almeno un trigger point miofasciale per effettuare la diagnosi di sindrome da dolore miofasciale. Altre potenziali osservazioni cliniche includono debolezza senza atrofia,una limitazione di movimento, risposta a contrazione locale e sintomi secondari come sudorazione, lacrimazione, parestesia, disturbi gastrointestinali e visivi.

Alcuni autori credono che lasindrome da dolore miofasciale possa essere caratterizzata da alterazioni del sonno e stanchezza diurna, che sono sintomi indicativi anche per la fibromialgia e la sindrome da stanchezza diurna.


Diagnosi differenziale


La diagnosi differenziale del dolore muscolare acuto e cronico è un processo importante per individuare la causa principale e il trattamento adeguato.

Il dolore muscolare acuto è una condizione comune che può essere sperimentata da tutti noi a un certo punto della vita.

Tuttavia, quando il dolore acuto diventa cronico, può essere difficile diagnosticare la causa principale e il trattamento adeguato. È essenziale comprendere la causa, la diagnosi e la gestione delle condizioni del dolore miofasciale per prevenire le sequele a lungo termine del dolore cronico.

Il dolore miofasciale può mimare molte altre condizioni, come:

  • disturbi articolari

  • emicranie

  • nevralgie

  • temporale arterite

  • disturbi dell'ATM

  • patologie del disco intervertebrale

  • sinusite

  • dolore dentale

  • vertigini

  • parestesie

  • bruciore

  • ecc..

Può presentarsi anche in concomitanza con infezioni sistemiche o locali, origini batteriche o virali, lupus eritematoso, sclerodermia e artrite reumatoide.


La differenziazione tra il dolore miofasciale e la fibromialgia può essere difficile.

Mentre in letteratura vi è uno spettro di criteri diagnostici per la fibromialgia e il dolore miofasciale, non è stata ancora stabilita una serie di gold-standard di criteri differenziali.

La distinzione clinica tra queste due condizioni è attualmente determinata da un'accurata anamnesi clinica e da un esame fisico.


Molto importante è il modello in cui si presenta il dolore: il dolore miofasciale è classicamente descritto come dolore distribuito a livello regionale e noduli dolenti palpabili noti come trigger points miofasciali, mentre la diagnosi di fibromialgia si basa sulla presenza di dolore diffuso di durata superiore a tre mesi.

Un altro elemento chiave di differenziazione tra queste due sindromi sono i risultati dell'esame clinico di un locus iperirritabile all'interno del muscolo, che è una chiave caratteristica dei trigger points e del dolore miofasciale.


Le sfide nella differenziazione tra il dolore miofasciale e la fibromialgia includono il fatto che il tender point localizzato e dolore associato non sono discriminatori, essendo comuni a una varietà di condizioni. Un'altra difficoltà comune è che il dolore miofasciale ha il potenziale per diffondersi, oltre a persistere per più di tre mesi, come si osserva comunemente con la fibromialgia. Inoltre, mentre alcuni ricercatori e clinici credono che la fibromialgia e il dolore miofasciale siano due condizioni molto distinte e separate, si ipotizza che la fibromialgia e il dolore miofasciale possano verificarsi contemporaneamente.

In conclusione, la diagnosi differenziale del dolore muscolare acuto e cronico è un processo importante per individuare la causa principale e il trattamento adeguato.


Come fare per riconoscere la sindrome da dolore miofasciale e i trigger points?


La sindrome miofasciale (MPS) è una condizione medica ampiamente riconosciuta e trattata, ma non ci sono ancora criteri diagnostici uniformemente accettati. I criteri diagnostici più ampiamente riconosciuti sono quelli definiti da Travell e Simons nel loro "Trigger Point Manual".


Questi criteri si concentrano sulla presenza di un punto di trigger miofasciale (MTrP). Per diagnosticare la MPS, devono essere soddisfatti cinque criteri maggiori e almeno uno dei tre criteri minori.


I criteri principali includono:

  • dolore spontaneo localizzato

  • sensazioni alterate nell'area di riferimento prevista per un dato MTrP (target area)

  • una banda palpabile tesa in un muscolo accessibile

  • dolorabilità localizzata in un preciso punto

  • un range ridotto di movimento (ROM)


I criteri minori includono:

  • la riproduzione di un dolore percepito spontaneamente e sensazioni alterate dalla pressione su un MTrP

  • la risposta locale alla contrazione (LTR) delle fibre muscolari

  • il dolore alleviato dallo stiramento muscolare o dall'iniezione del trigger point.


Sebbene il "Manuale dei Trigger Point" descriva l'importanza dell'esame fisico nella diagnosi della MPS, i dati disponibili sull'attendibilità dell'esame obiettivo sono ancora contrastanti. In una revisione sistematica (uno studio scientico che compara e analizza una serie di altri studi) è stata pubblicata l'affidabilità dei vari criteri diagnostici dell'esame obiettivo per i trigger points.


A causa della variabilità dei risultati degli esami fisici, nonché della mancanza di dati affidabili e riproducibili, gli attuali criteri diagnostici per MPS sono ancora in gran parte basati sul giudizio clinico.

Ci sono diversi criteri diagnostici attualmente in fase di valutazione, inclusi biomarcatori, ecografia, risonanza magnetica ed elettromiografia.

Tuttavia, fino a quando non ci sarà un gold standard per la diagnosi di dolore miofasciale, diversi medici concordano sul fatto che le caratteristiche clinicamente più rilevanti per la diagnosi della sindrome da dolore miofasciale nella pratica clinica attuale includono l'identificazione della banda tesa e la riproduzione del dolore spontaneo mediante applicazione di pressione su un punto di rigidità all'interno del tessuto miofasciale.


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